ALLENARE L'ATTENZIONE

Si incontrano frequentemente, sia in pubblicazioni (libri e riviste) specializzate di filosofia, o di psicologia, o di neuroscienze, sia in pubblicazioni più divulgative, articoli che lanciano il grido di allarme perché la nostra capacità di attenzione è minacciata, è sempre più debole. 


Gli adolescenti in particolare, ma anche gli adulti, sono sempre meno capaci di concentrarsi, di stare attenti, di non distrarsi. 

A peggiorare la situazione contribuisce il mito del cosiddetto << multitasking >>, cioè la convinzione, assai diffusa, che si possa e che sia un bene saper svolgere contemporaneamente più compiti. 

In realtà, le più recenti ricerche neuroscientifiche demoliscono questo mito e ci dicono che chi cerca di fare più cose contemporaneamente in realtà ottiene performance peggiori. 

Le cause di questo problema sono complesse e non posso qui approfondirle. Mi basta dire che sono sia individuali sia socio-economiche e culturali. Da un lato, cioè, viviamo in un sistema sociale, economico e culturale che continua a bombardarci con informazioni,  stimoli e compiti che si sovrappongono e che minano la nostra attenzione; dall'altro, ciascuno di noi rischia di imparare cattive abitudini, che non favoriscono la nostra capacità di attenzione.

Ecco, se a livello socio-economico è giusto chiedere dei cambiamenti, che ci permettano di vivere senza essere continuamente sottoposti a stimoli distraenti, a livello individuale possiamo provare a cambiare noi stessi e prendere delle buone abitudini: da questo ultimo punto di vista, una buona pratica può essere quella della meditazione del respiro, della respirazione consapevole, della presenza mentale, della mindfulness: una pratica che costituisce un vero e proprio allenamento dell'attenzione, della nostra capacità di concentrarci, di essere mentalmente presenti, di essere consapevoli, radicati nel qui e ora, assorbiti da ciò che stiamo facendo mentre lo stiamo facendo. 


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