ARRAMPICARE, ESPERIENZA DI SENSO, MEDITAZIONE

Mi piace moltissimo camminare e in particolare camminare in montagna. Ma non sono un arrampicatore (né di montagne né sociale 😅). Tuttavia, ho letto con grandissimo interesse questo libro dedicato all'esperienza con l'arrampicata di uno dei miei maestri spirituali, Viktor Frankl: l'esperienza di arrampicare come esperienza di senso, come parabola di vita, come metafora della ricerca interiore dei nostri limiti, come allenamento del corpo e dello spirito.

Tra le tante che mi hanno colpito riporto le righe in cui gli autori parlano di cosa si sente e si pensa ad arrampicare e in cui, a mio avviso, sembra che parlino anche di meditazione e di mindfulness (senza citarle esplicitamente): sembra infatti che parlino di presenza mentale, di presenza consapevole, dell'essere assorbiti da ciò che si sta facendo, dell'essere immersi nel momento presente; sembra che parlino del non avere la mente sempre rivolta verso il passato o verso il futuro, per vivere e gustare invece il momento presente; sembra che parlino del non essere sempre e solo rivolti verso il nostro io individuale, per sentirsi invece parte di qualcosa di più grande che va oltre noi stessi: perché, come Frankl ha insegnato, si è se stessi solo andando oltre se stessi, autotrascendendosi, in quanto siamo esseri strutturalmente relazionali; perché, come sempre Frankl ha insegnato, facciamo esperienza del senso della vita solo relazionandoci a qualcosa che è fuori di noi: a qualcuno da amare o a qualcosa per cui impegnarci (e resistere, se è il caso), insomma relazionandoci ai valori.

E gli autori parlano anche della importanza e della significatività dell'esperienza del respiro.

Insomma, anche arrampicare può essere una esperienza di meditazione.

Chissà se è solo un caso o se invece gli autori stavano pensando proprio alla mindfulness:
<< Il respiro ci fornisce il ritmo per un cambiamento miracoloso che allo stesso tempo vivifica e armonizza. Lungo i tornanti del sentiero di avvicinamento, mentre vegetazione e paesaggio si modificano costantemente, ci dissolviamo sempre più in ciò che ci circonda. L'aria si fa sempre più sottile, i pensieri diventano più chiari, più liberi. Progressivamente smettiamo di rimuginare, riflettere su paure e preoccupazioni della vita di tutti i giorni. Nonostante la fatica, arrampichiamo sorretti da una confidenza interiore, perché ciò che è di peso lo lasciamo sempre a valle, e a un certo punto ci rendiamo conto che è molto lontano da noi. Diventiamo parte di un contesto più esteso, e ci dimentichiamo di noi stessi. È un costante penetrare nella AUTOTRASCENDENZA, come Viktor Frankl l'ha definita, e vissuta personalmente di continuo come alpinista >>.
(Holzer M. e Haselböck K., "Montagna maestra di vita. Sulle orme di Viktor Frankl", pp. 101-102)


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