LA PIGRIZIA

LA PIGRIZIA

In un interessante articolo uscito sul numero di << Mind >> di aprile si parla di pigrizia. Si parte dalla constatazione che, evidentemente, c’è chi è pigro, cioè c’è chi tende più di altri ad evitare di fare cose che dovrebbe fare ma che non gli piacciono, non gli procurano piacere. Gli autori dell’articolo (Boris Cheval e Matthieu Boisgontier) cercano di rispondere alla domanda: perché ci sono i pigri? Perché prendiamo l’ascensore o la scala mobile invece di fare le scale (prendendo le scale tra l’altro spesso faremmo prima)? 

La risposta degli autori è che siamo geneticamente programmati per fare il minimo sforzo, per minimizzare il dispendio di energie. Nell’articolo sono riportati degli esperimenti sul funzionamento del nostro cervello che supportano questa tesi. Quindi perché c’è chi è più pigro e c’è chi è meno pigro? Le differenze potrebbero essere inscritte nei nostri geni e nel nostro cervello. 

In realtà, dicono gli autori, non è che siamo programmati per essere pigri: siamo invece programmati per l’efficienza, per non fare sforzi inutili; ciò che ha rappresentato un vantaggio evolutivo per la specie umana è essere attivi minimizzando il dispendio energetico; siamo programmati per realizzare un’azione con il minimo dispendio energetico necessario. 

Non siamo quindi giustificati ad essere pigri, considerati i problemi per la salute, fisica e mentale, che la pigrizia comporta. 

Ma lo sforzo, il dispendio di energie deve essere, quello sì, giustificato. Per esempio dal piacere di fare una cosa. La tendenza a minimizzare gli sforzi può essere vinta dal piacere di fare attività che procurano appunto piacere, anche se faticose. 

C’è però il problema, non preso in considerazione dagli autori, che a quanto pare c’è chi, a volte o anche spesso, non ha voglia di fare ciò che gli piace (gli piacerebbe), cioè è pigro anche rispetto ad attività che gli piacciono (gli piacerebbero). Come mai? 

Comunque, gli autori concludono che per vincere la pigrizia, per non essere parte dell’85% della popolazione che davanti a una scala normale e a una scala mobile sceglie quest’ultima, bisogna mobilitare le nostre risorse cognitive. L’articolo si ferma qui. 

Allora io aggiungo quanto segue. Il tema che voglio evidenziare è quello della CONSAPEVOLEZZA e della MOTIVAZIONE. Qualsiasi sia la causa della pigrizia, la motivazione per vincerla e per fare qualcosa, la motivazione per fare ciò che di per sé magari non ci piacerebbe, può venire solo dalla consapevolezza del PERCHÉ faccio quella cosa, cioè dalla consapevolezza dei VALORI che realizzo nel fare quella cosa e quindi dalla consapevolezza del SENSO di quello che faccio. Questo vale per tutte le attività, nel lavoro, nello studio, in famiglia, con gli amici, nel tempo libero. 

A raggiungere questa consapevolezza possono servire la MEDITAZIONE e la CONSULENZA FILOSOFICA.

Per valori intendo, per esempio: conoscenza, crescita, salute, competenza, intraprendenza, collaborazione, creatività, bellezza, amicizia, amore, giustizia, solidarietà, dignità, libertà, ecc.


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