VERGOGNA E PUDORE
Nel numero di febbraio di << Mind >> c'è un interessante articolo sulla VERGOGNA, che non posso qui riassumere.
Tra i diversi spunti di riflessione che si possono ricavare dall'articolo segnalo il seguente: da un lato, ci vergogniamo quando NON SEGUIAMO NORME SOCIALI CHE RITENIAMO LEGITTIME ma, dall'altro, gestire la vergogna può voler dire IMPARARE AD ACCETTARSI PER COME SI È.
Insomma, aggiungo io, "come al solito" si tratta di trovare l'equilibrio, LA GIUSTA MISURA, tra le richieste della società (relativamente a come "dovremmo" essere, apparire e comportarci) e l'identità e la libertà individuali.
A questo proposito, mi chiedo se a volte, per come vanno le cose oggi, paradossalmente non sia coltivando la virtù "fuori moda" del PUDORE che preserveremo la nostra identità e la nostra libertà, non piegandoci a certe pressioni sociali, che spingono affinché "non ci si vergogni": in fondo, anche coltivando il pudore si coltiva la giusta misura: est modus in rebus.
(L'immagine di questo post: "Cacciata dei progenitori dall'Eden", di Masaccio)
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